Il Giardino della Kolymbetra

Al centro della Valle dei Templi ad Agrigento un giardino unico.

L’antica famosa Colimbètra akragantina era veramente molto più giù, nel punto più basso del pianoro, dove tre vallette si uniscono e le rocce si dividono e la linea dell’aspro ciglione, su cui sorgono i Tempii, è interrotta da una larga apertura. In quel luogo, ora detto dell’Abbadia bassa, gli Akragantini, cento anni dopo la fondazione della loro città, avevano formato la pescheria, gran bacino d’acqua che si estendeva fino all’Hypsas e la cui diga concorreva col fiume alla fortificazione della città"

Da "I vecchi e i giovani" di Luigi Pirandello

Bene storico, naturalistico e paesaggistico di grandissimo rilievo, il giardino della Kolymbetra, piccola valle situata nel cuore della Valle dei Templi di Agrigento è un gioiello archeologico e agricolo della Valle dei Templi, tornato alla luce dopo decenni di abbandono, è un giardino straordinario per la magnificenza della natura che qui trova la massima espressione della sua generosità e per la ricchezza dei reperti archeologici che ancora vengono alla luce.

Nata come riserva idrica del V secolo a.C. dell’antica Akragas le origini della Kolymbetra risalgono all’epoca in cui i greci colonizzarono la Sicilia (500 a.C.) e la sua storia è legata allo sviluppo dell’antica città di Akragas. Diodoro Siculo narra che il tiranno Terone affidò all’architetto Feace il compito di progettare un sistema idrico per approvvigionare la città. Parte di questo sistema si concludeva ai piedi dell’urbe, in una grande bacino detto Kolymbetra:


"…una grande vasca…del perimetro di sette stadi….. profonda venti braccia….dove sboccavano gli Acquedotti Feaci, vivaio di ricercata flora e abbondante fauna selvatica…" (Diodoro Siculo I sec. d.C., XI, 25)

Oggi il giardino riassume nei suoi cinque ettari il paesaggio agrario e naturale della Valle dei Templi: l’abbondanza delle acque, oltre al microclima favorevole che ha preservato il terreno dai freddi venti invernali e la fertilità del suolo alluvionale, hanno permesso nei secoli il propagarsi di questa vegetazione fantastica, con un agrumeto  (limoni, cedri, mandarini, antche varietà di agrumi), da canne, pioppi, tamerici e salici che crescono rigogliosi vicino ai corsi d’acqua, da mandorli e olivi estesi nelle zone non irrigue; da orti e infine da una fitta macchia mediterranea diffusa indisturbata un po’ ovunque.

Negli ultimi decenni del Novecento la Kolymbetra cadde in abbandono sino all’intervento del FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano, a cui il Giardino è stato affidato in concessione dalla Regione Siciliana nell’anno 1999. Dopo avere provveduto al recupero paesaggistico, il FAI ha restituito al pubblico questa importante testimonianza storica e naturalistica della nostra civiltà. E’ fruibile dal 10 novembre 2001.

Montalbano telefonò a Marinella. Livia era appena rientrata, felice. "Ho scoperto un posto meraviglioso, sai? "Si chiama Kolymbetra. Pensa, prima era una vasca gigantesca, scavata dai prigionieri cartaginesi".
"Dov'è?" chiese Montalbano
"Proprio lì, ai templi. Ora è una specie di enorme giardino dell'eden, da poco aperto al pubblico"………
…….. Promettimi che un giorno o l’altro ci vai."


da "La pazienza del ragno" di Andrea Camilleri

 

http://www.comune.agrigento.it/

http://www.fondoambiente.it/beni/giardino-della-kolymbetra-.asp

Il Giardino della Kolymbetra